Il team QLASH entra nell’Osservatorio Italiano Esports per lo sviluppo del mondo dei videogiochi competitivi in Italia

Uno dei primi team professionistici del nostro paese sposa il progetto dell’OIES: sviluppare il mercato degli Esports attraverso la formazione e il networking tra i più importanti stakeholder del gaming

Il team QLASH entra nell’Osservatorio Italiano Esports, la prima piattaforma B2B di networking e formazione per gli operatori del settore. L’accordo rientra nella strategia comune di supportare l’evoluzione dell’intero movimento italiano legato al mondo dei videogiochi competitivi.

QLASH, fondata nel 2016 dai due campioni di poker Luca Pagano e Eugene Katchalov, vanta una bacheca ricca di titoli, una delle migliori Gaming House al mondo – comprensiva di alloggi, palestra e aree gaming – ed un portfolio di partner che la collocano tra i team Esports più interessanti del panorama europeo. 

Proprio Luca Pagano ci racconta come è nato e si è evoluto il progetto QLASH:

 Luca, i QLASH rappresentano una dei team esports più rappresentativi del panorama italiano e tra i pochi ad avere una proiezione internazionale. Cosa vi distingue dai vostri competitor?

Quello che ci contraddistingue maggiormente e’ il modello di business – ci siamo definiti e organizzati come una vera e propria media company sin dal primo giorno (quindi piu’ di 3 anni fa)  con un focus incentrato sullo sviluppo delle community di giocatori – abbiamo per questo sviluppato 3 anime (business units) al nostro interno: “competitivo”, “creazione contenuti” e “organizzazione eventi”. Sono pochissime le organizzazioni al mondo strutturate in modo tale da sviluppare questi 3 vertical contemporaneamente, creando sinergie tra loro.

Altra caratteristica che ci contraddistingue e’ una nostra forte propensione all’internazionale, ma con un approccio multi locale. Al momento siamo riconosciuti come tra le top organizzazioni in Italia, Spagna, Egitto e Ucraina; e ci stiamo aprendo a nuovi mercati proprio in questo periodo. A breve importanti novita’ in tal senso.

Quali sono i progetti su cui siete impegnati in questo periodo?

Stiamo lavorando a delle importanti novita’ e partnership. Al momento mi preme sottolineare la partnership con RCS Sports, che dara’ vita ad una serie di attivita’ Esports che speriamo faranno fare il salto di qualita’ dell’intero mercato italiano. E ovviamente sempre occhi puntati su nuovi titoli e mercati emergenti.

Nella stagione 2019/20 avete affiancato l’Inter nella costruzione del proprio team esports. Che tipo di esperienza è stata. E cosa ne pensi dell’alleanza tra sport tradizionali e elettronici?

E’ stato un bel percorso quello iniziato con l’Inter. Ho potuto davvero apprezzare le importanti sinergie che possono nascere tra sport tradizionali ed internazionali, che secondo me saranno essenziali per far emergere gli Esports ancor di piu’. Ci vuole ovviamente flessibilita’ e lungimiranza tra partner per identificare un percorso comune in uno spazio ancora inesplorato.

Pensi che l’emergenza Coronavirus possa rallentare la corsa del vostro settore? O sei tra coloro che vedono un’opportunità nella virtualizzazione degli eventi tradizionali?

Sicuramente la situazione generata dal Coronavirus ha accellerato tutto cio’ che e’ digitale e virtuale e gli Esports sono emersi in modo prorompente, quindi in termini di awareness abbiamo bruciato le tappe. Certo e’ che in una fase di forte incertezza come questo, molte aziende che si stavano avvicinando per sponsorizzazioni, si sono ritrovate con budget ridotti e hanno rimandato investimenti nel settore.

Ritieni che il networking tra gli stakeholder possa essere uno strumento utile per la crescita del vostro progetto? E per quello dell’intero sistema?

Il Networking tra stakeholder e’ l’unica via per consolidare un mercato in forte crescita come quello degli Esports. Ed e’ uno dei motivi principali che mi hanno spinto ad entrare in OIES. Spero davvero che insieme riusciremo a creare situazioni win-win per tutti: operatori, investitori e sponsor.

Per concludere vorremmo dare uno sguardo più da vicino alla tua figura: ci racconti la tua storia professionale e quando hai deciso di investire negli esports?

Per una serie di coincidenze fortuite, circa 20 anni fa mi sono ritrovato ad essere uno dei primi giocatori di poker professionista. Ma la propensione all’imprenditoria, mi ha sempre spinto a ragionare e capire sul quale era il vero valore di un Giocatore “Sponsorizzato” per un’azienda sponsor.

Ho imparato quanto fosse importante la comunicazione, trasformando i tecnicismi in linguaggio comune e rendere il prodotto comprensibile.

Ho imparato quanto fosse importante ingaggiare la community, gli appassionati, avvicinandoli ai loro eroi.

Ho imparato quanto fosse importante trasferire una experience ad un appassionato attraverso la partecipazione di un evento, magari con la possibilita’ di sfidare e battere i professionisti.

Sulla scorta di questi insegnamenti, ho intuito che tutto questo lo si poteva traslare anche al mondo dei Videogames. Sia ben chiaro, i videogames non hanno nulla a che fare con il poker, ma le dinamiche di ingaggio tra giocatori sono molto simili.

Sono nato e cresciuto con i videogames, a partire dal mitico Commodore64. Non andavo in discoteca nei weekend, ma organizzavo dei LAN Party a casa mia con gli amici, molto prima dell’avvento di Internet. Provavo tutti i nuovi giochi che usciva sul mercato e mi confrontavo con altri appassionati del settore.

Per questo per me il passaggio dal poker al mondo degli Esports e’ stato molto naturale – da un punto di vista professionale, questa transizione l’ho sentita come una evoluzione, piu’ che un cambiamento radicale. Da un punto di vista personale, lo sento come un ritorno alle origini.

Da un punto di vista del business, non ci sono dubbi che gli Esports sono qui per rimanere, non sono una moda. Anzi gli Esports sono gia’ parte integrante della cultura dei giovani. Quindi, investire in questo settore in prospettiva futura non puo’ essere sbagliato. Il rischio di questo business puo’ essere il timing, incerto, di quando gli Esports diventeranno effettivamente main stream e poter quindi concretizzare il giusto ritorno sull’investimento. QLASH e’ un progetto a lungo tempo, sappiamo che l’industria Esports cambiera’ pelle molte volte nei prossimi anni e sappiamo che anche noi dovremo saperci adattare.

“L’ingresso di QLASH ci inorgoglisce perché innalza significativamente la quota e il prestigio dei rappresentanti degli esports maker associati alla nostra piattaforma – commentano Luigi Caputo ed Enrico Gelfi, fondatori dell’OIES – Ma non ci fermiamo qui! Stiamo lavorando per accogliere altri team di rilievo del panorama italiano, con l’obiettivo di aggregare la maggior parte dei player di questo settore”.

L’Osservatorio Italiano Esports è uno progetto spin-off di Sport Digital House, digital agency focalizzata sul settore dello sport che sviluppa innovative strategie di funnel marketing per le aziende utilizzando il proprio network di atleti e team Esports.